La qualità dell’acqua del rubinetto in Italia è tra le maggiori del Vecchio Continente, eppure la maggioranza delle famiglie dello Stivale (62%) preferisce la rassicurante trasparenza della bottiglia di plastica (che, va detto, non è affatto una novità).

È quanto emerso dal Festival dell’Acqua, organizzato da Utilitalia e Smat a Torino, dove è stato evidenziato che gli italiani sono i primi consumatori di acqua in bottiglia in Europa e i secondi al mondo (dietro solo al Messico, per i curiosi): complessivamente, la spesa per portare a casa il cosiddetto oro blu è di circa 240 euro all’anno, mentre il consumo indica una media pro capite annua di 208 litri in bottiglia, che impallidisce rispetto alla media europea.

Per tradurre il tutto in termini più concreti, ciò implica che circa 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire in un solo anno. In altre parole, sembra che l’acqua in bottiglia abbia la stessa impenetrabile autorità di un testo scritto: Gli italiani la percepiscono più “qualificata e affidabile” dell’acqua del rubinetto, anche se, secondo i risultati di un sondaggio Interceptor su 8.600 intervistati, solo il 14% si informa sulla sua reale qualità.

Secondo lo stesso sondaggio, mentre l’86% del campione dà un giudizio pienamente buono dell’acqua di rete, il 75% si ritrae, indicando che in futuro saranno necessarie ulteriori ispezioni; e il 35% indica addirittura di essere disposto a pagare una bolletta leggermente più alta per avere la certezza di un’acqua ancora più sicura.

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