Per molte persone bere un caffè è una routine necessaria e gioiosa. Infatti, come possiamo resistere a tenere in mano una tazza di caffè fumante mentre leggiamo? O al caffè appena svegli, con il suo aroma seducente che riempie la casa. O anche solo a una breve sosta al bar o alla caffetteria. Che sia il caffè in sé o l’abitudine, per molti è difficile rinunciare a questa bevanda. Inoltre, ha alcune caratteristiche intriganti. Cosa succede, però, ai consumatori di caffè che soffrono di malattie come l’ipertensione, il colesterolo alto o l’eccesso di zuccheri nel sangue?

Caffè e malattie precedenti

Il caffè dovrebbe essere evitato se si soffre di pressione alta, perché può alterare i cicli sonno/veglia e compromettere il ritmo cardiaco. Mentre il caffè ha un impatto solo a breve termine sulla pressione sanguigna, sembra avere un’influenza a lungo termine sul ritmo cardiaco. Ma evitate di associare il caffè alle sigarette. La nicotina accelera la scomposizione della caffeina da parte del fegato aumentando l’attività della proteina CYP1A2. Contrariamente a quanto si crede, alcuni composti antiossidanti del caffè sembrano avere un’influenza moderatrice sui livelli di colesterolo.

Glicemia e caffè

Il caffè è sconsigliato in una dieta attenta ai picchi glicemici. Infatti, a seconda che si tratti della colazione (+9%), del pranzo (+15%) o della cena (+26%), può aumentare la glicemia se assunto dopo i pasti. Tuttavia, altre ricerche cercano di collegare il consumo di caffè a una diminuzione del rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, una sostanza chimica contenuta nel caffè è in grado di aumentare la glicemia se assunta dopo i pasti. Inoltre, una sostanza chimica contenuta nel caffè ha il potere di aumentare la produzione e il rilascio di insulina, che aiuta a controllare i livelli di glucosio nel sangue. Come regolarsi, dunque? Forse limitando i caffè e bevendoli durante le pause piuttosto che ai pasti. Per evitare l’aggiunta di nuovi zuccheri, si consiglia inoltre di astenersi dal dolcificare il caffè.

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